Il silenzio della Neocorteccia – Consigli utili per un Parto Positivo

Cosa veramente ho bisogno una neonamma in gravidanza?

Silenzio.

Silenzio della Neocorteccia.

Si va alla ricerca di qualsiasi corso per gestanti, libri per la gravidanza, libri sui bambini, ecc. Molte soprattutto vanno alla ricerca di ogni “studio” per aver subito un buon controllo su quello che può servire per il parto e per il bambino. L’amica dice: “Il corso di Pilates fa benissimo al pavimento pelvico!”. La sorella aggiunge: “E’ bene che tu ti faccia vedere da un’osteopata per evitare la diastasi dell’addome“. La collega a lavoro, chiede: “Un corso di primo soccorso e disostruzione pediatrica, lo hai fatto?”. E così via.

Un elenco interminabile di attività pro benessere, che però travestono la gravidanza da malattia e che ci fanno rimuginare dalla mattina alla sera.

Fermiamoci un attimo.

La gravidanza è un’evoluzione fisiologica della vita.

 

Di cosa si ha veramente allora bisogno?

Sicuramente, quello di cui c’è maggior bisogno è ascolto, osservazione e consapevolezza. Questi sì sono ingredienti fondamentali. La consapevolezza però non significa studiare libri, o seguire ogni corso spacciato come un miracolo per il fisico, ma è portare a conoscenza la potenza del nostro corpo femminile.

Anzi, molto spesso avere troppe nozioni, voler sapere tutto, conoscere tecniche, possono andare ad inficiare sul proprio benessere. La gravidanza ci deve portare ad essere “dementi“, senza mente, folle, stolte. Può sembrare un affermazione forte, ma la parte più recente del nostro cervello, ovvero la neocorteccia, è molto utile a lavoro, per studiare, per attività cognitive come sistemare la contabilità della casa o dello studio, ma non è certamente qualcosa che aiuta durante il parto!  Sapere quanti cm di dilatazione, o pensare a come risolvere “un problema” , non è certo una cosa da fare durante il parto.

La neocorteccia è quella parte di noi che si occupa di pianificazione, elaborazione, conteggio, linguaggio e conoscenza. Quella parte del sistema nervoso importantissima nella vita, ma che durante il parto rende tutto molto più complicato e ansiogeno. E’ quella parte che inizia a fare il conto alla rovescia, già dai primi mesi. Quella che appena sentiamo una pressione sulla pancia, dice “Oddio, questa è una Braxton Hicks”! Oppure: “Sono a termine, devo partorire e non parte niente!”. Quella che se non è negli “standard” fa entrare in PARANOIA.

La neocorteccia ha anche l’effetto collaterale di voler controllare tutto e sempre. Se fosse un lavoro sarebbe la Wedding Planner. Quella tipa che sa tutto e mettere tutto al posto giusto. Per quanto possa essere carino, il parto però non può essere visto come un matrimonio…Anzi…

Durante  le onde, cerca di essere politically correct: “Mmmmh… sento un dolorino…mhmhm… non posso urlare, cosa penseranno di me?”. Giudica, valuta, analizza in continuazione. La mente è sempre accesa. Eppure, lei, così importante è quella che impaccia maggiormente. E’ proprio scomoda!

Bisogna metterla a tacere!

Ed ecco perché alcuni corsi, le danno solo ancora più voce….

Ci sono donne che hanno più difficoltà a zittirla, altre che ci riescono più facilmente.

Come fare per riuscire in questa ardua impresa, soprattutto adesso che siamo pieni di informazioni di ogni tipo?

1. Cercare di portare fuori tutte le paure, angosce, perplessità prima del giorno del parto

2. Fare un Educazione prenatale che miri ad un approccio che contempli aspetti psicoemotivi e fisici

3. Imparare a “rilassarsi” senza dormire, essere in uno stato di leggerezza e presenza

4. Abbandonare il controllo per utilizzarlo nei momenti più performativi

5. Incontrare le Dee che fanno parte della nostra ciclità, e che si palesano a seconda degli stati emotivi, ormonali e fisici che attraversiamo nella nostro mese, anche in gravidanza!

6. Contattare le nostre emozioni. Viverle, dare la giusta dimensione ad ognuna di loro.

7. Risvegliare i sensi: gusto, olfatto, vista, udito, tatto

In questa fase di attesa, essere accompagnate a scoprire antichi saperi, a saper osservare, senza interpretare i messaggi del nostro corpo, è quello che ci può aiutare. Allora, qualcosa che ci può sembrare ansiogeno, perché non si conosce, diventa scoperta, e un nuovo modo per crescere e dedicarsi all’ascolto.