Il massaggio ti può salvare dalle coliche?

“Essere o non essere? È questo il problema”, diceva Amleto. Ma, qui invece ci poniamo un altro grande dilemma che aleggia nel post partum della mamma, nel suo lungo viaggio chiamato maternità, ovvero “ Esistono o non esistono, queste benedette coliche?”.

Ogni volta che la mamma si presenta dal pediatra, è la domanda più gettonata. E perché? Perché quando un neonato piange e abbiamo cercato di soddisfare ogni sua esigenza, soprattutto fornendo il nutrimento con il latte, il problema dell’irrequietezza è sempre etichettato da “colica”.

La suocera, la mamma, la prozia si fanno avanti con teorie e rimedi miracolosi: “la camomilla!”, urlano. Oppure: “Ahh, vedi, è perché hai mangiato i fagioli! Ora passi tutta l’aria al bambino”.

“Prendi la tisana al finocchio…”

Potremmo continuare all’infinito. Lo scopo è sempre quello di dare informazioni e consigli errati senza considerare un fattore importante: la fisiologia del neonato o del lattante.

 

 

Partiamo dalle basi. Che cosa sono le coliche e come si manifestano?

La colica in generale è una situazione in cui si presenta un dolore improvviso, forte, spesso spasmodico che interessa un organo, normalmente l’intestino per la presenza di aria che non riesce a fuori uscire, comportando distensione addominale e gonfiore. Nel neonato la “colica” è definita come una sindrome comportamentale caratterizzata da crisi di pianto acuto e inconsolabile, in cui il bambino si contrae, si inarca, e flette le cosce sul bacino. Queste crisi, scaturite dal dolore, sono infine accompagnate da distensione addominale ed emissione di gas. Si presentano soprattutto nei primissimi giorni di vita e nelle prime settimane.

Quando assistiamo al fenomeno delle coliche, normalmente, il neonato può presentarle in qualsiasi momento della giornata, dalla mattina alla sera, o anche la notte. I neonati che soffrono di reflusso molto spesso presentano questa condizione che veramente mette a dura prova i neogenitori. Il pianto è molto forte, non si sa come comportarsi e il senso di inadeguatezza sul non sapere cosa fare si manifesta portando un po’ allo sconforto.

Altra situazione è il “pianto serale – seriale”, o la cosiddetta “ora delle streghe”. Verso le 18, mezz’ora più o meno, il neonato diventa irrequieto, piange in maniera inconsolabile, si dimena, le poppate sembrano non aiutarlo in nessun modo. Neanche le braccia di mamma e papà sono in grado di tranquillizzare quel bambino tanto dolce che si è trasformato in una scimmia urlatrice. Questo è sicuramente il caso di un una “non colica”. La definiamo colica, ma in realtà non lo è.

I  neonati nella loro vita extrauterina si devono adattare ad un mondo completamente nuovo, ricco di stimoli, luci, rumori, odori a cui non sono abituati. Questa nuova vita li mette a dura prova, sotto stress e durante il giorno accumulano una stanchezza importante! Nelle prime settimane accade a tutti i neonati in maniera trasversale.

 

Cosa possiamo fare?

Senz’altro il contatto, la rassicurazione, un ambiente tranquillo privo di stimoli, il babywearing (fascia porta bebè), lo swaddeling, il cantare dolcemente e il massaggio possono aiutare in questa fase di transizione.

Soprattutto, il massaggio al pancino può diventare veramente un ottimo alleato, sia nel caso di colica o non colica. Un vero salvavita a portata di mano a costo zero! I massaggi circolari aiutano a muovere l’aria verso l’esterno. Anche i movimenti di rotazione delle anche possono anch’essi favorire l’emissione di gas e feci. L’esercizio più noto e utile è sicuramente “Voga, voga” o “ Ginocchia su”: esercizio in cui si spingono le ginocchia delicatamente sul pancino e si muovono a fare una piccola ruota.

Inoltre, la posizione prona, durante il massaggio può aiutare ad alleviare questo disturbo.

Spesso comunque è semplicemente il tempo la risposta a tutte le nostre paure. Il tempo che lasciamo al bambino di adattarsi al nuovo mondo, all’allattamento, a imparare a contrarre il torchio addominale per l’emissione di feci e gas. Tempo mescolato a un pizzico di pazienza e di presenza di contatto, farà sciogliere più velocemente i nodi delle “coliche”. Molto spesso, le goccioline a cui ricorriamo non servono a niente, se non a noi genitori, per calmare la nostra ansia, spendendo soldi in qualcosa che poi non utilizzeremo.